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I furti d’auto su commissione divengono sempre più tecnologici allo scopo di eludere i sistemi antifurto basati sulla georeferenziazione del veicolo in fuga.
Per contrastare il fenomeno entra in gioco un’efficiente sinergia tra la Polstrada e gli istituti di vigilanza che, in caso di furto, monitorano gli spostamenti del mezzo sul territorio nazionale e non solo.
Ma passiamo ora al caso concreto avvenuto domenica 24 giugno, alle 7.30 in A4 presso l’area di servizio Val di Sona nel territorio di Sommacampagna (VR), che ha portato al fermo del 29enne con doppia cittadinanza romena/ukraina CARP Iulian.
Sono circa le 7, quando la sala operativa della Sottosezione Polizia Stradale di Verona Sud viene contattata da una nota società con sede a Busto Arsizio (VA), specializzata nel controllo satellitare dei veicoli, la quale informa che sull’Autostrada A4 BS/PD, probabilmente in direzione Venezia, stava transitando un furgone Mercedes Vito rubato in nottata a Milano.
Il segnale satellitare non era continuo e ben georeferenziato ma bensì alquanto disturbato ed impreciso, tant’è che le pattuglie della Stradale venivano dislocate nei punti nevralgici degli snodi autostradali della provincia veronese.
Alle ore 7.30 la pattuglia a cui era stato affidato il compito di rastrellamento, nel perlustrare attentamente l’area di servizio Val di Sona, intercettava il Mercedes Vito fermo e defilato tra le piante per eludere l’individuazione delle pattuglie in transito sulla carreggiata autostradale.
Il rapido intervento dei poliziotti impediva poi al conducente del veicolo con il motore acceso di ingranare la marcia e tentare la fuga. CARP Iulian veniva così dichiarato in stato di fermo per ricettazione e portato in caserma per le operazioni d’identificazione poiché privo di fissa dimora.
L’attività investigativa, curata anche dall’apposita unità di polizia giudiziaria, consentiva d’ipotizzare che il giovane 29enne, evidente pedina di un’organizzazione criminale dedita al furto internazionale d’auto, fosse diretto a Budapest (Ungheria).
Gli agenti si sono poi soffermati sul controllo tecnico degli apparati elettronici del veicolo, appurando che il sistema d’avviamento era stato bypassato elettronicamente e la centralina manomessa. Tutto ciò era decisamente compatibile con l’accensione forzata del motore ma non tale da giustificare il funzionamento a “singhiozzo” del segnale satellitare ed infatti dall’ispezione del cruscotto, celato in un vano sotto il portacenere, si rinveniva un disturbatore di radiofrequenze e di reti satellitari in grado di eliminare il segnale del cellulare e delle reti nel raggio di qualche decina di metri.
Un tale congegno genera delle interferenze a tutti gli apparati elettronici che si trovano nel proprio range d’azione e perciò anche ogni vettura, telefono cellulare e navigatore satellitare che incrocia il disturbatore ne viene “contagiato” con comprensibili disagi per tutti.
L’apparato è stato così sequestrato e posto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, mentre lo straniero, oltre all’accusa di ricettazione, dovrà rispondere anche d’interruzione di un servizio di pubblica utilità ed installazione ed uso d’apparecchiature atte all’impedimento delle comunicazioni telefoniche.
Il Sostituto Procuratore di turno disponeva l’accompagnamento in carcere di CARP Iulian il quale, dopo l’udienza di convalida del fermo, è stato inviato agli arresti domiciliari presso un parente di Milano.
Giovedì, 28 Giugno 2012
Fonte asaps.it