leggetevi questo articolo....
Molto interessante e senza girarci intorno spiega il successo del diesel e del suo futuro pensionamento..
La morte dei veicoli diesel è nell'aria. Questione di tempo e i limiti imposti per la riduzione delle emissioni di polveri sottiliobbligheranno i produttori di auto a puntare sempre di più su motorizzazioni benzina, ibrida, elettrica ed elettrica plug-in.La svolta è avvenuta con l'introduzione dello standard Euro 5, introdotto nel 2008, e ancor di più con l'Euro 6 e le sue declinazioni. In pratica dall'Euro 1 del 1992 che consentiva 0,14g/km di particolato per i benzina e 0,18g/km per i diesel, si è giunti a una soglia limite di 0,005g/km.
Lo
scandalo Volkswagen ha fatto saltare il banco e agevolato i gruppi di pressione ecologisti e industriali. "Questo scandalo ha fatto emergere in pubblico cose che dagli addetti ai lavori erano già conosciute. A cominciare dalla diversità dei cicli reali e teorici dei livelli di emissioni e consumi", ha dichiarato Stefano Aversa, vice presidente globale di AlixPartners, società specialista in indagini di mercato.
Le polveri sottili, tra falsi miti e realtà
Se da una parte è riconosciuto da tutti che le polveri sottili provocano danni alla salute, dall'altra si è creata confusione sulle reali fonti. Secondo uno
studio del 2012 dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale le emissioni di polveri sottili si devono per 41,32% al riscaldamento e alla produzione di calore, per il 18,43% all'industria e per il 16,52% al trasporto su strada. In alcune città le percentuali variano vistosamente in relazione al traffico, la densità abitativa, le condizioni ambientali e territoriali, eccetera.
Sorgenti PM (ISPRA)
Resta il fatto che uno dei principali responsabili delle polvere sottili sono i sistemi di riscaldamento delle case. Il metano è il combustibile più impiegato, ma pellet e legna stanno crescendo costantemente - pur emettendo 100 volte più PM 2,5 rispetto a Gasolio e GPL, e 2000 volte rispetto allo stesso metano.
Consumo per tipologia (ISPRA)
I veicoli insomma sono certamente responsabili ma anche il bersaglio più facile. Chi legittimamente combatte per un ambiente più sano ha trovato sponde politiche disposte a cavalcare la battaglia. Solo in Italia si calcolano 90mila vittime all'anno a causa dell'inquinamento - 1.500 solo a Milano.
Contemporaneamente l'industria di settore sta trasformando quella che era una debolezza (ridisegnare la strategia a lungo termine delle motorizzazioni) in un punto di forza. Le nuove norme comunali costringeranno gli automobilisti a cambiare auto anche se il ciclo vita del mezzo non è al termine, soprattutto se si è residenti in città che impongono divieti di circolazione.
Blocchi cittadini e prospettive future
Recentemente è balzato agli onori della cronaca il caso di Torino, dove la Giunta della sindaca Chiara Appendino ha imposto unblocco programmato alla ZTL per i veicoli diesel Euro 3 ed Euro 4. Lo stesso vale per Milano dove la Giunta Sala ha imposto la chiusura - con alcune deroghe per i residenti - dell'Area C ai diesel Euro 3 e gli Euro 4 senza filtro antiparticolato. Parigi vorrebbe fare lo stesso.
Ancora più eclatante la decisione del sindaco di Londra Sadiq Khandi attivare incentivi da 3.500 sterline per tutti i proprietari di furgoni e pulmini diesel, da 2.000 sterline per i cittadini e 1.000 sterline per i taxisti. L'unico vincolo: sostituire i vecchi veicoli con nuovi più ecologici.
Il piano verrebbe a costare 515 milioni di sterline, ma consentirebbe di ridurre del 40% le emissioni di monossido di azoto generate dai trasporti. Senza contare la riduzione di particolato.
D'altronde il Regno Unito come l'Italia, Spagna, Germania e Francia rischiano una sanzione UE per il costante sforamento dei limiti di diossido di azoto, generato per lo più da industrie e veicoli - soprattutto diesel. Un killer silenzioso da 400mila morti premature in Europa.
L'estremizzazione di questo tema si sta concretizzando
in Olandadove il dibattito politico si è spostato sulla possibilità di bandire definitivamente i motori termici a benzina e diesel a partire dal 2025 - in Germania si parla di 2030. In pratica i colossi dell'automobile sarebbero costretti a vendere sul territorio esclusivamente i modelli elettrici, ibridi o con sistemi alternativi.
Leggi anche:
Parigi vietata alle automobili che hanno più di 19 anni
Se volesse cavalcare l'onda, il Governo italiano dovrebbe impegnarsi a favorire questa rivoluzione con investimenti nella ricerca e forse anche con sovvenzioni. Un po' come già avviene in
Norvegia, Francia, Germania e altri paesi.
Entro il 2020 quota diesel al 9%?
"È un problema di normativa e tutto dipenderà dalle scelte politiche. Insomma, la domanda è: come sostituire il diesel con qualcosa di altrettanto vantaggioso? I consumatori non fanno scelte per l'ecologia. Almeno nei grandi numeri. Basta vedere le vendite Gpl e metano, quando non ci sono più gli incentivi scendono in maniera vertiginosa", ha ricordato Gianprimo Quagliano, presidente del centro studi Promotor.
AlixPartners ha previsto che entro il 2020 le motorizzazioni a gasolio crolleranno al 9%, mentre quelle a benzina adeguatamente aggiornate continueranno a tenere duro con il 25% almeno fino al 2030. Ibride, elettriche e ibride plug-in arriveranno rispettivamente al 28%, 20% e 18%.
I primi segnali sono sotto gli occhi di tutti. Nel 2016 le vendite diesel europee sono scese per la prima volta negli ultimi 7 anni sotto la soglia del 50%. E qui stanno entrando in gioco elementi diversi. Da una parte le restrizioni, dall'altra l'evoluzione dei motori benzina. Un tempo il diesel assicurava un miglior spunto ai bassi regimi e minori consumi. Oggi i benzina di nuova generazione grazie a iniezione diretta, turbo e downsizing consentono migliori prestazioni, riduzione consumi e bassi livelli di inquinamento. Senza contare i costi di gestione che sono sempre più favorevoli.
EURO standard (Dieselnet)
Per altro gli addetti ai lavori prevedono che con l'avvento dell'Euro 6c(
da settembre 2017) ed Euro 6d (da settembre 2019) nel segmento utilitarie i diesel con filtro anti-particolato evoluto avranno costi inavvicinabili.
Renault ha già confermato che entro il 2020 ridurrà l'offerta diesel sulle citycar e in futuro anche su altri veicoli. Toyota invece chiuderà definitivamente con queste motorizzazioni a partire dal 2025.
Oggi l'acquirente medio fra le tante cose tiene conto del chilometraggio effettuato in un anno - in costante calo grazie alle alternative per sportarsi - e la differenza di prezzo tra le motorizzazioni. Dopodiché in fase di prova stabilisce se la potenza sia adeguata alle sue esigenze. Ma in fondo, a meno di prestazioni esageratamente insoddisfacenti, decide facendosi i conti in tasca. È evidente quindi che una corretta politica di incentivi potrebbe essere la strada per condizionare il destino del settore.
"Diesel o benzina" in fondo è un dibattito "filosofico" che non appassiona la maggioranza dei consumatori. Quel che si chiede è un'esperienza che sposi i nostri desideri e anche una gestione costi adeguata. Se poi il tratto ecologico è rispettato ben venga, ma senza domandare troppo a chi magari per lavoro è obbligato a tali investimenti. A pensarci bene dopo l'acquisto della casa, l'auto è forse fra i beni di consumo più cari- che si svalutano prima.
E io ci aggiungerei, menomale che scomparira'!
I nostri polmoni ringrazieranno, nonche' le future generazioni.